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MERCATO, FORME DI
Livello di concentrazione della domanda (cui corrisponde il suffisso -psonio) e dell'offerta (suffisso -polio). Esistono tre casi principali, distinti a seconda del numero di operatori esistenti.

1) La concorrenza perfetta si caratterizza per l'impossibilità da parte dei contraenti (venditori o compratori) di influenzare il livello dei prezzi. Esso viene fissato dall'incontro fra (curva della) domanda e (curva dell') offerta sul mercato e quindi appare come dato ai singoli operatori. Si ha concorrenza perfetta sempre quando il numero di operatori è molto elevato e la quota di mercato di ciascuno di essi corrispondentemente bassa. Effetti analoghi sulla formazione del prezzo si possono però anche avere in presenza di un numero molto ridotto di operatori se i costi per avviare la produzione sono sufficientemente bassi da creare una concorrenza potenziale anche dall'esterno (se cioè le cosiddette barriere all'entrata sono basse o nulle). Secondo la teoria microeconomica standard, la concorrenza perfetta è il meccanismo ottimale per l'allocazione efficiente delle risorse. In particolare essa garantirebbe che ciascuna impresa produca al costo minimo possibile e che il prezzo sia tale da soddisfare i consumatori.

2) Qualora esistano pochi operatori si ha una situazione di oligopolio (dal lato dell'offerta) o di oligopsonio (dal lato della domanda). I prezzi dei beni possono essere stabiliti in due modi diversi. Il primo (oligopolio non collusivo) presuppone la concorrenza con le altre imprese oligopolistiche: il prezzo viene fissato sulla base di ipotesi sul comportamento di queste ultime (esistono parecchi modelli diversi). Il secondo (oligopolio collusivo) invece assume un accordo implicito (quando una impresa, essendo di dimensioni molto superiori ai concorrenti, può fissare i prezzi costringendo le altre a seguirla) o esplicito, con la creazione di cartelli. È possibile che i prezzi praticati da imprese oligopolistiche siano diversi se i consumatori tendono a rimanere fedeli a un marchio.

3) In presenza di un solo produttore si ha un monopolio e di un solo acquirente un monopsonio. Ambedue possono fissare quantità e prezzi (rispettivamente di vendita o di acquisto) del prodotto in modo tale da massimizzare il proprio profitto. Spesso tale risultato può essere ottenuto imponendo prezzi diversi a seconda dei consumatori (discriminazione), come per esempio le tariffe ferroviarie differenziate. La prevalenza dell'una o dell'altra forma di mercato dipende da vari fattori. In primo luogo dalle caratteristiche dei prodotti: tanto più essi sono omogenei (per esempio i prodotti primari), tanto più la situazione può avvicinarsi alla concorrenza perfetta. Viceversa si ha una tendenza all'oligopolio se i prodotti hanno caratteristiche qualitative diverse (per esempio vari tipi di automobile) che possono meglio essere differenziate agli occhi dei potenziali clienti se associate a un marchio di fabbrica. In secondo luogo, la forma di mercato è determinata dalla tecnologia. Situazioni oligopolistiche sono tanto più probabili quanto più le dimensioni efficienti degli impianti produttivi sono superiori a un certo livello minimo (economie di scala) e/o è vantaggiosa la produzione congiunta di più beni diversi con lo stesso macchinario (economie di scopo). Sono altresì più probabili quando l'innovazione richiede forti investimenti in ricerca e sviluppo e i suoi risultati (nuovi processi di produzione e/o nuovi prodotti) possono essere facilmente sfruttati da una sola ditta (appropriabili). La concorrenza, anche se in genere lontana dall'ideale di perfezione dei manuali di economia, prevale quindi in agricoltura, in alcuni servizi e nell'industria leggera, mentre l'oligopolio è la regola nell'industria pesante. Una situazione di monopolio può derivare da fattori economici (per esempio la disponibilità esclusiva di una certa tecnologia e/o di una certa risorsa naturale) o, più frequentemente, da provvedimenti legislativi (soprattutto nel settore dei servizi: gas, elettricità ecc.). Fino agli inizi del XIX secolo la scarsa attenzione alla qualità dei beni (tranne che per ristrette fasce di consumatori ricchi), la prevalenza di ditte di piccole dimensioni e il ridotto stock di capitale determinato dalla prevalenza di tecniche a basso grado di meccanizzazione implicavano un livello di concorrenza elevato. Esso era però ridotto dalle difficoltà di trasporto e dalla presenza in molti stati di una legislazione vincolistica (corporazioni ecc.). L'abolizione di tali vincoli (nel XVIII secolo) e il miglioramento dei mezzi di trasporto ha reso il XIX secolo il periodo d'oro della concorrenza. Le tecnologie della seconda rivoluzione industriale, caratterizzate da forti economie di scala, hanno notevolmente aumentato i tratti oligopolistici e persino monopolistici del sistema economico. Le tendenze attuali sono molto diversificate: è sempre presente una tendenza alla concentrazione, peraltro contrastata dall'aumento della concorrenza fra imprese di paesi diversi e dal progresso tecnico che, soprattutto in certi settori innovativi, si orienta verso impianti più piccoli e flessibili invece che di giganti più difficili da gestire. In tutti i paesi industriali, inoltre, la concorrenza è tutelata da legislazioni antimonopolistiche.

G. Federico



T. Cozzi, S. Zamagni, Economia politica, Il Mulino, Bologna 1989; P.A. Samuelson, W.D. Nordhaus, Economia, Zanichelli, Bologna 1992.
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